Caso Claps, Libera Potenza: “al presidio mille persone, prendiamo distanze da toni accesi”

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«Ieri mattina davanti alla Trinità c’era una comunità ferita che da trenta lunghi anni attende una verità ancora non pienamente restituita. E ieri ha voluto far sentire la propria voce». Così in una nota il presidio di Libera ”Elisa Claps -” Francesco Tammone” di Potenza dopo la manifestazione di ieri davanti alla chiesa della Santissima Trinità, promossa insieme alla famiglia di Elisa. Secondo il presidio ieri c’erano «oltre mille persone; un serpentone di cui a stento riuscivamo a vedere la fine».

Al presidio sono giunte le critiche dell’Arcidiocesi di Potenza per le offese al vescovo Salvatore Ligorio e gli sputi verso persone che hanno partecipato alla prima messa domenicale dopo la riapertura della chiesa del centro storico. La sezione cittadini di Libera «non si sottrae all’assunzione di responsabilità rispetto ad alcuni episodi avvenuti ieri durante il sit-in» e«si scusa per i toni accesi utilizzati da alcuni tra coloro che hanno partecipato al sit-in. Lo facciamo perché è giusto, ad un certo punto, fare i conti con le proprie inadempienze, quando e se si verificano. E perché la grande, enorme partecipazione di ieri ha sorpreso piacevolmente anche noi ed evidentemente è stato complicato gestire non la presenza ma gli animi di tutte quelle persone. Inopportune alcune cose gridate, da cui prendiamo le distanze, e sicuramente deplorevoli anche quegli atteggiamenti, come scrive l’Arcidiocesi, che si sono concretizzati in sputi all’indirizzo di chi ha preso parte alla funzione, laddove si sono verificati».

Nello stesso tempo il presidio di Potenza sottolinea che quella di ieri è stata «una piazza che non era solo di Libera ma di tutti. Intere famiglie con bambini, nonne e nonni, ragazzi e ragazze che si sono alzati presto, di domenica mattina, per esprimere la loro indignazione e la loro vicinanza alla famiglia Claps. Ma a nessuno è stato impedito né di entrare né di uscire dalla Chiesa». Resta fermo l’obiettivo del presidio, di continuare «ad accogliere il grido di dolore spesso inascoltato, come facciamo da anni: quello della famiglia di Elisa».

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