La società attuale è basata sostanzialmente sulla poliedricità della plastica. La possiamo identificare ovunque nelle auto, in casa, negli abiti insomma qualsiasi cosa adoperiamo comunque indossiamo possiede almeno una componente di questo materiale. Tuttavia dobbiamo fare i conti con uno smaltimento davvero difficile, basta andare su una qualsiasi spiaggia per trovare relitti nel vero senso della parola che spesse volte hanno oltre quarant’anni, lasciati accidentalmente in passato altrimenti giunti a causa della corrente marina, di fattura praticamente intatta fatta eccezione per l’etichetta in carta stampata.
Certo non possiamo ovviare a questa problematica nel giro di poco tempo seppur fortunatamente le aziende stanno cominciando a produrre materiali compostabili. Allora per sensibilizzare le nuove generazioni al riciclo occorre un metodo ludico, ma allo stesso tempo emozionale. A tal proposito avrei pensato a un museo itinerante, altresì in pianta stabile, del giocattolo anni 70-80.
Obiettivo di quest’ultimo evidenziare la durevolezza di questo materiale. Io stesso possiedo in casa artefatti di questo genere con talune parti in metallo, di fatto sono praticamente intatti nonostante mi siano stato regalati anni addietro. Nasce così l’intuizione di rivelare il fascino di siffatti giochi oramai per molti versi in disuso sottolineando le difficoltà relative al loro smaltimento futuro. Un modo per sensibilizzare tutti ad un uso consapevole di questo materiale contemporaneamente riallacciare un rapporto col passato mostrando alle generazioni odierne com’erano unici quei passatempo che usavamo.
I giochi saranno esposti con una targhetta relativa l’anno di produzione o perlomeno del periodo in cui sono stati acquistati o regalati, per dare un’idea del loro ottimo stato di conservazione nonostante il tempo trascorso. Il tutto portando alla mente la semplicità dei gesti quasi come una favola, immaginando giornate assolate accarezzate da un vento lieve trascorse in compagnia di amici.
Vincenzo Naturale